- Rapporto di McOrion
LA MIA ASCIA
"Un'ascia Φ un'ascia" mi ha detto una volta un giovane boscaiolo della
Gilda alla quale appartenevo. Mai stato daccordo con questa affermazione.
Messere mi creda, un'ascia Φ un ascia solo per uno stolto boscaiolo
che gira intorno alla sua cittα sbucciando quei pochi tronchi vecchi
dai quali si possa ancora ricavare qualcosa. E forse per un boscaiolo
la differenza tra un'ascia e l'altra stα solo nel numero di vesciche
sulle mani che egli si ritrova a bucare sera nella sua stanzetta della
solita lercia osteria. Ma quando potete raccontare a qualcuno la vostra
storia solo perchΦ la vostra ascia vi ha salvato la pelle allora capite
bene che un'ascia Φ una compagna fedele al vostro fianco.
Quest'ascia potrebbe raccontare mille storie delle quali
le mie saranno appena l'ultima decina. ╚ un'ascia antica e non dubito
gloriosa. Ad un occhio di attento armaiolo non sfugge, quest'ascia
Φ frutto di un abile fabbro e di una mano magica. Negli ultimi mesi,
da quando l'ho trovata nascosta dentro un albero cavo di Yew, ho tagliato
una quantitα di legna che sarebbe sufficente a riscaldare Lord British
per tutto l'inverno. Eppure la lama ancora non presenta ancora ne
una minima scalfitura ne un graffio. Ma avrei continuato a reputarla
soltanto una buona ascia, vista la mia incompetenza, se non avessi
avuto la spiacevolissima avventura che mi ha legato per sempre a lei.
Allora ero ben pi∙ giovane di adesso e ben pi∙ sprovveduto.
Ero tra Skara Brae e Britain a fare legna per costruire i miei semplici
archi da novellino (che tempi! Per ogni decente arco che costruivo
riuscivo a buttarne via anche dieci fasulli!) quando improvvisamente
mi sono ritrovato nell'oscuritα. La notte Φ scesa cos∞, come se qualcuno
nel sotterraneo di un castello avesse spento una torcia nell'acqua.
Poco male, mi sono detto; accendo qualche focherello qu∞ e qualcuno
lα e continuo a lavorare. Il bosco di notte pu≥ riservare degli strani
incontri, si sα. Ma non avrei mai creduto di potermi ritrovare davanti
una creatura del demonio.
Come un lampo ho visto un enorme uccello tuffarsi su di me tranciandomi
la carne con gli artigli. Mi getto di lato, dietro l'albero che stavo
tagliando, e realizzo in che guaio mi sono cacciato. Un'immensa Arpia
dal corpo di donna e dalle ali d'aquila Φ in piedi e mi studia. Getto
a terra il coltellino con il quale stavo integliando l'ultimo arco
e tiro fuori la mia bella ascia. "Venderemo cara la pelle, bella mia".
Ero cos∞ stupido da non rendermi conto che un ragazzetto con un ascia
Φ di solito il cibo preferito da un mostro come quello. E mi avrebbe
tranquillamente sopraffatto portando a casa solo qualche lisciatina
alle piume se non fosse successo qualcosa di meraviglioso. Ho sferrato
il primo colpo e l'ascia d'incanto si Φ accesa come fosse stata incandescente.
Ho visto un lampo partire e le piume dell'Arpia prendere fuoco. La
sorpresa dell'Arpia Φ stata tale che non Φ riuscita a schivare per
nulla quel mio colpo tutt'altro che da manuale. Al contatto con la
pelle abbrustolita del demone Φ successo qualcosa altrettanto straordinario:
Φ stato come se la lama prendesse coscienza! Non era un colpo forte
ma la lama Φ affondata nella carne dura come se questa fosse stata
di burro. L'Arpia ha allargato le ali infuriata e, accecata dal dolore,
per poco non mi staccava il braccio con il quale tenevo l'ascia. Di
solito un'arma conficcata cos∞ profondamente in un corpo Φ restia
a farsi tirare fuori e pi∙ di un guerriero ha dovuto abbandonare la
sua spada conficcata nelle carni di un orso infuriato. Ma la mia ascia
Φ venuta fuori cos∞ come Φ entrata, come se anzicchΦ nella carne si
fosse trovata immersa nell'acqua. Mi ha mancato e da quel momento
Φ stata in mio potere. Un colpo dopo l'altro ho massacrato quell'animale
in un inferno di sangue, carne, ferro e lampi incendiari.
Sono rimasto un eternitα a contemplare la carcassa dell'Arpia aspettando
di non sentire pi∙ nella gola i battiti del mio cuore. ╚ stato quando
il dolore delle ferite ha sopraffatto il buio della paura che sono
tornato in me. Ho tolto la mia tunica e ne ho stracciato delle lunghe
bende, quindi le ho applicate. DopodicchΦ ho iniziato a scuoiare il
corpo senza vita dell'Arpia ricavandone carne per un inaspettato spuntino
notturno e meravigliose piume colorate utili per costruire frecce
degne di un re. Con la legna rimasta ho acceso un focherello sul quale
ho poi cotto quella carne ed Φ stato l∞ che ho avuto la definitiva
conferma delle qualitα della mia ascia. Quella carne era davvero dura
come la legna che sono solito tagliare!
Ebbene, tornato in cittα ho chiesto ad un guerriero se egli era in
grado di esaminare quell'arma. ╚ rimasto impressionato, non aveva
mai visto nulla di simile. Gli era capitato di trovare armi con qualche
carica magica ma quest'ascia aveva ancora un numero di cariche sufficenti
a far fuori tutte le guardie di Lord British! E non solo! Il metallo
era sicuramente di una lega arcana, magica e preziosa e pressocchΦ
indistruttibile e la lama anch'essa aveva subito un trattamento magico.
Usata sul legno l'ascia Φ una comunissima ascia, vesciche nelle mani
comprese. Ma nella carne puoi farla nuotare come fosse un'anguilla
in uno stagno!
╚ stato quel giorno che la mia vita Φ cambiata. Sempre pi∙ spesso
mi sono trovato ad unirmi ad occasionali compagnie di guerrieri e
piano piano, grotta dopo grotta, sotterraneo dopo sotterraneo ho accumulato
una fortuna in tesori. Ebbene s∞, ho intrapreso la vita del guerriero,
sempre a caccia dei pi∙ terribili mostri, sempre rischiando di perdere
tutto per la sete di sangue e d'avventura.
Nessuno conosce questa storia, eppure l'ho raccontata a mille guerrieri.
Il motivo Φ semplice, messere. Questa lama Φ tanto magica quanto diabolica,
e la sua sete di sangue adesso Φ la mia. Sono molto felice, messere,
che mi abbiate ascoltato fino a questo punto. ╚ scesa la notte, e
Trinsic Φ ancora lontana. Voglio che stasera voi ceniate con me, e
con la mia Ascia. E non abbiate paura di fare tardi: il piatto della
serata siete voi...
McOrion
- Rapporto di Manson
VIAGGIO VERSO MINOC
Dopo varie meditazioni, decidemmo alla fine di intraprendere il
viaggio verso la cittα di Minoc: 2 erano gli scopi principali che
ci eravamo prefissati, il primo quello di markare una runa, secondo
toglierci per un attimo dalla frenesia della capitale Britain ed
entrare nella quiete neutrale di Minoc. Siamo due vecchi amici,
uniti in tutto tranne che nell'allineamento. Uno Φ un Dark Templar,
quindi un Kaos, di animo malvagio ma che sa cosa vuol dire l'amicizia
e il suo nome Φ Marilyn Manson (io); il secondo Φ un nano, di professione
fabbro-mago che combatte per l'Ordine.
Mi avevano parlato dei mostri sul sentiero, ma io non ci credevo.
Naturalmente avevo torto, subito si presentano ai nostri occhi 4
Serpenti Giganti affamati. In groppa al mio fedele Satan riesco
ad aggirarli senza sfiorarli, per motivi di reputazione, mentre
il mio amico Gimli, appiedato, rimane circondato. Dietro di me sento
rumori di fulmini, ma Gimli riesce a fuggire pur essendo avvelenato.
Dopo poche centinaia di metri ci si para davanti una torre con
due maghi di guardia, che viste le condizioni del mio amico ci lasciano
passare. Era un centro di studio per maghi Order, dove venivano
create anche le leggendarie Sfere del Mana. In cima Gimli nota qualcosa
che lo fa arrabbiare "Un mago grigio in mezzo a tanti Order? Non
la passerα liscia!" Evoca un Blade Spirit, che senza problemi fredda
il povero Kaos.
Dalla cima delle torre tutto a un tratto si sentono delle urla
"Un Mostro!" - "Presto, al riparo!" - "Uccidetelo!", seguite da
fiammate e fulmini. Io e Gimli scendiamo turbati per vedere cosa
stesse succedendo: un Ragno Gigante stava cercando di intrufolarsi
nella torre. Grazie al lavoro di squadra dei maghi, il ragno viene
debellato. Tuttavia i maghi pagano la battaglia con la morte di
un loro compagno.
Usciamo dalla torre per dirigerci al nostro prossimo ostacolo:
la Palude degli Alligatori. Dopo pochi metri il sentiero sparisce,
lasciando il posto a una enorme distesa di fango e piante. Rassicuro
Gimli dicendogli che conosco la strada, e grazie alla mia esperienza
riusciamo a passare indenni l'ostacolo. Proviamo un enorme sollievo
nel vedere il Crocevia, luogo protetto in cui le strade si dividono
in due.
Se ci fossimo diretti a Nord saremmo giunti nel deserto degli Scorpioni
o nel dungeon di Wrong, mentre il nostro sentiero era a Sud. Qui incontriamo
la nostra unica presenza umana di tutto il viaggio. Subito attacco
discorso con questo Order, che dice di essere stato membro dei Dark
Templars, ma che ora appartiene solo a sΦ stesso. Ci salutiamo. Siamo
consapevoli del fatto che il bivio per Vesper e Minoc Φ vicino, e
fortunatamente non incontriamo pi∙ presenze ostili.
Sentiamo che la cittα Φ vicina, e il cartello dice nord per Minoc.
Un po' emozionati, facciamo gli ultimi sforzi per arrivare al paese
delle Miniere Leggendarie, e dopo pochissimo tempo vediamo le prime
case: finalmente siamo a Minoc!
Dopo tanto camminare, combattere e incontrare, ci rendiamo conto
della grande avventura che abbiamo vissuto: i maghi, il forestiero,
la palude... Insomma, ce l'abbiamo fatta!
Manson
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